L’ultimo giorno che ho dedicato al Fuorisalone è stato sabato e questo significa che la folla di curiosi nel weekend è enormemente aumentata, rendendo più difficile la vita a chi è sì curioso quanto loro, ma ha anche un interesse dal punto di vista lavorativo nel partecipare alla settimana del design. La giornata è stata comunque indimenticabile, una di quelle che ti fa innamorare profondamente della città in cui vivi per la sua capacità di stupirti. Di quanto ho visitato porterò con me l’atmosfera romanticamente fané e la felicità per aver visto posti che difficilmente si aprono al pubblico.
Partiamo dalla mattinata. La prima tappa è stata la Cascina Cuccagna, vera e propria cascina agricola settecentesca recuperata e tornata alla vita grazie a un consorzio di associazioni, con lo scopo di diventare un laboratorio culturale aperto alla partecipazione cittadina. Facilmente raggiungibile in metropolitana, si trova dietro Corso Lodi, in piena città, in un quartiere molto vivo ma al riparo dal traffico delle vie di scorrimento. Per chi ancora non la conoscesse, oltre alle varie attività organizzate al suo interno, tra cui un orto e una bottega di prodotti a filiera corta, è nato da pochi mesi Un Posto, un ristorante con uno chef che alcuni fortunati milanesi conoscono bene: Nicola Cavallaro. Non vorrei anticiparvi nulla di più, vi lascio con un velo di mistero per poter dedicare alla cascina un post intero con tutta calma. Seguendo i link, trovate comunque tutte le informazioni che possono interessarvi, oggi vi ho solo dato un consiglio da amica.
Negli interni la luce era quella chiara del mattino, che rendeva ancora più belli il color pastello dei muri e quello caldo dei pavimenti.
Fra le varie foto si trovano anche gli allestimenti di Casa Facile con una collezione firmata dai suoi lettori, selezionata dal designer Odoardo Fioravanti e prodotta dalle aziende.
Molto belli i tessuti per arredamenti di ArsalitArtes che tratta solamente fibre e colori naturali e che, in occasione del Salone, aveva allestito una suggestiva postazione con un vecchio telaio funzionante. Cuscini e sedute da terra sono in lana autoctona biellese, un materiale di scarto recuperato in modo intelligente per la capsule collection “Alchemy for a Natural Living”, presentata alla Cascina.
Belle anche le ceramiche da Pescara di Arago Design, a partire da quelle più piccole fino al pallone da spiaggia bianco e rosso, apparentemente semplice nelle forme ma così complicato da realizzare
In rapida successione si trovano poi: un divano “specchiato”, l’allestimento della libreria A Book (che cura anche lo spazio dedicato ai libri nella corte del Piccolo Teatro Grassi, in via Rovello 2), un gioco di luci, un pavimento di formelle in cemento, il letto salva-spazio di Totem, dei mobili rivestiti in pelle, lo spazio di Plinio il Giovane (che adoro), un particolare del pavimento in cotto e, infine, due camerette per bambini, che cercano di sfruttare al meglio lo spazio. Purtroppo mi sono annotata solo il primo sistema di letti (design di Bruno Munari per Robots Milano), ma non il secondo..
All’ora di pranzo, non avendo prenotato, non abbiamo trovato posto. Che delusione!
Fortuna vuole che lì vicino ci sia uno dei miei ristoranti preferiti. Vi chiederete quale sia.. non ve lo dico. Vi voglio tenere sulle spine fino a quando non gli dedicherò un intero post. Lo so, dopo aver visto cosa ho mangiato, odierete questo giochino. Abbiate pazienza.
Ogni volta che sono venuta a mangiare qui non sono mai riuscita ad arrivare al dolce, questa volta però non ho rinunciato e ho diviso una crema bruciata con un’amica. Vi dirò, l’avrei finita da sola. E come insegna Amelie, rompere la crosta di zucchero è una delle cose belle della vita, ma solo finchè non si raggiunge la crema, col suo profumo dolce di limone.
Seconda tappa di questa giornata è stato l’allestimento dell’azienda svedese Massproduction, in via Varese 12 presso H+, una società che si occupa di marketing culturale, che per la prima volta ha aperto il suo spazio al pubblico. Nascosto in un insospettabile cortile, ecco cosa si trova..
Dall’altra parte della strada veniva presentata la collezione di ceramiche di Produzione Privata nello studio di Michele De Lucchi che, ne sono certa, conoscete anche solo perché avete una Tolomeo sulla vostra scrivania o perché passate i pomeriggi alla Triennale.
Per chi voleva c’era la possibilità di fare il tour dello studio. Dopo aver visto il piccolo spazio verde sul retro (che se non sbaglio era dotato di una postazione bar che definirei dal sapore caraibico), il gruppo di visitatori è stato portato nell’interrato, nella falegnameria e nel laboratorio di modellini, per poi proseguire la visita nei vari piani degli atelier di progettazione.
Da via Varese mi sono spostata da Erasudio in via Palermo 5, che presentava la collezione del produttore giapponese di mobili Karimoku. Meraviglioso anche l’appartamento che li ospitava, in grado di creare l’atmosfera perfetta per il legno chiaro e i sottili inserti fluo.
E dopo un breve tragitto e una sosta in un altro appartamento in zona Brera, di cui ho adorato i pavimenti e la vista su Largo Treves..
..la giornata si è conclusa in via Cola di Rienzo 8, a due passi da Zona Tortona, al Circolo Marras. Nascosto, come i posti migliori in città, si trova in un cortile che prima ospitava officine e laboratori. Da alcuni anni è il quartier generale dello stilista sardo Antonio Marras, che lo ha aperto in via eccezionale al pubblico per il Salone del Mobile. Grazie, grazie anche alle ragazze della libreria Corraini, che mi hanno caldamente invitata ad andare a vederlo. Vi lascio sognare un po’ e poi indovinate chi c’è nell’ultima foto..
Credo di aver capito quale sia il ristorante di cui parli nel post, è davvero ottimo! Spero ne scriverai presto!
Complimenti per i post, interessanti ed esaurienti, e soprattutto per le fotografie!
Grazie!
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