Quando anni fa ha chiuso la gastronomia dove i miei si servivano da quando ero piccola, è stato chiaro quanto abbia pesato la concorrenza di un nuovo supermercato in zona. Negli ultimi tempi, formaggi e salumi in bottega erano diventati ricercati, sempre più di nicchia, per evitare il frontale con le offerte e i prezzi della grande distribuzione. Ancora oggi ricordo la panca in legno scuro su cui mi sedevo dopo scuola, vicino alla cassa, appena sotto ai pacchetti di patatine, mentre mia mamma prendeva un po’ di prosciutto per cena, e mi manca moltissimo il patè che faceva il proprietario sotto Natale, che finiva subito e si tornava a prenderlo ogni 2 giorni, insieme all’insalata russa.
Se purtroppo vedo lontano il giorno in cui si potrà fare la spesa nelle botteghe, tuttavia anche a Milano si sente il bisogno di trovare un’alternativa alla spesa veloce al super, che faccia sia risparmiare, sia avere un maggiore controllo sulla qualità di quello che mangiamo. Durante la settimana è difficile che si riesca ad andare al mercato di zona, se si lavora, figuriamoci se si riesce ad andare a scovare i piccoli produttori del territorio e a fare il giro per frutta, verdura, riso, formaggi, latte.. Se non lo conoscete già, vi dò un’alternativa per il primo e il terzo sabato del mese: il Mercato della Terra.
Aperto nel dicembre 2009 in Largo Marinai d’Italia, a partire dallo scorso maggio questo mercato all’aperto si è trasferito in via Procaccini 4, alla Fabbrica del Vapore. Vi trovate più di 40 produttori del Parco Agricolo Sud, che con i suoi oltre 47.000 ettari offre ancora molto alla città e la avvicina alla sua campagna. Il progetto è frutto della collaborazione del Parco con Slow Food Italia* e ha il sostegno del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo.
Bellissima l’idea di promuovere una rete (internazionale) di mercati-contadini-produttori gestiti collettivamente, che offrano prodotti locali e di stagione a prezzi equi per entrambe le parti (chi produce e chi compra), presentati direttamente al consumatore (filiera corta) eliminando gli intermediari. Tra assaggi e banchetti, potrete fare domande, provare quello che vi ispira, ed essere sicuri che tutto quello che comprerete proviene da un raggio di massimo 40 km dal comune di Milano, con la garanzia di metodi di produzione sostenibili per l’ambiente, che preservano la cultura alimentare delle comunità locali e contribuiscono a difendere la biodiversità del territorio.
I banchi che più mi sono piaciuti sono stati quelli del pane, che fatico a trovare fatto come si deve. Non è una questione di sapore, tutto il pane che compro di solito è buono, il problema è che spesso il giorno dopo diventa un sasso. Qui ho provato il pane alle olive nere del panificio Grazioli di Legnano, buonissimo e morbido anche oltre le 24 ore, mentre un’amica mi ha assicurato che quello al mais preso da lei, non è arrivato a vedere l’alba, tanto era buono. Se non avessi avuto in programma di stare fuori tutto il giorno, di sicuro avrei portato a casa della bufadelfia, una crema spalmabile a base di latte di bufala. Invitantissimi anche gli yogurt con al frutta e quella che credo fosse bufala affumicata. Stesso discorso per i salami, che avrei preso per i carnivori di casa, e peccato non aver preso la polenta della Cascina Scanna o la pasta con farina di farro dell’Azienda Agricola Orlandini.
A una cosa però non ho saputo resistere: dopo aver assaggiato un succo di uva fragola, ho preso una marmellata che ho deciso di tenere per le colazioni durante le vacanze di Natale, da mettere sopra a una bella fetta di pane imburrato. Vi farò sapere com’è..
Tornando al Mercato, tanti i produttori: troverete anche miele, cioccolato, gelato e verdura fra i banchi, circondati dai curiosi e dai determinati in fila.. Se non volete aspettare, continuate il giro fra gli assaggi e tornate con calma, il mercato apre alle 9 e chiude alle due del pomeriggio!
*Slow Food è “un’associazione internazionale eco-gastronomica, fondata nel 1989 per contrastare la cultura del fast food e della fast life, la scomparsa delle tradizioni gastronomiche locali e la perdita di interesse per il cibo, per la sua provenienza, il suo sapore e per le conseguenze delle nostre scelte alimentari sul resto del mondo“.
Mercato della Terra di Milano
Aspetto notizie sulla marmellata di uva fragola!!! 🙂
e la bufadelfia l’hai mai presa poi?
ahahaha, no.. Ma solo per un motivo: il sabato lo passo fuori, dalla mattina alla sera, e se prendo qualcosa di deperibile e delicato come questo, dovrei tornare a casa e interrompere la giornata. Muovendomi principalmente con i mezzi pubblici, i tempi si allungherebbero e perderei troppo tempo. Stessa cosa per il Popogusto, ai Chiostri dell’Umanitaria. L’unica cosa che posso fare è curiosare, assaggiare e portar via qualcosa di piccolo, leggero e che non abbia bisogno del frigo, purtroppo.
il nome è assurdo! non conosco popogusto .. se capita andrò a visitarlo.
bello curiosare e assaggiare:)
È un bel mercatino affacciato su di un giardino di una bellezza sconcertante, soprattutto se non ce lo si aspetta. L’ultima volta che sono passata di lì ho preso un pane all’uvetta molto buono, ma molto caro, unica pecca. Non ho fatto in tempo per il pranzo, ma ci proverò ancora!