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hidden treasures & short trips around the city

Villa Necchi Campiglio

Se penso a Milano non posso far finta di non sentirne il rumore. A volte lo trovo così assordante e fastidioso che mi chiedo perché non si faccia qualcosa per migliorare i motori dei mezzi, pubblici e privati, su scala mondiale. In particolar modo non amo i motorini, irritantissimi quando sei di cattivo umore o quando, stanca, non vedi l’ora di essere a casa. Eppure ci sono posti al riparo da queste interferenze, ne sono esempio le chiese, i parchi e le aree perdonali, e c’è una zona a Milano che non solo è poco trafficata e quindi poco rumorosa, ma non si può dire nemmeno che sia affollata, anzi, le volte che ci sono stata avrò incontrato sì e no una decina di persone e qualche cane. Parlo del centro città, del retro di Corso Venezia, del Quadrilatero del Silenzio e oggi, in particolare, di Villa Necchi Campiglio. L’assenza di negozi e locali nella zona, insieme alla sua connotazione residenziale e di rappresentanza, regala alla città un’oasi, una bolla ovattata, un portale che vi trasporta tra le vie chic e surreali dei dintorni. Per chi la conosce, sentir parlare di citofoni-orecchio, fenicotteri rosa, palazzi delle favole e cene al buio, sarà quasi un’ovvietà, ma chi non c’è stato, mai immaginerebbe di ritrovarsi nella tana del bianconiglio, in un mondo fatto di residenze bellissime dai particolari da fiaba.

Se vogliamo tornare nel nostro di mondo, una meta concreta dove passare un pomeriggio è, appunto, la villa della famiglia Necchi Campiglio. Opera dei primi anni Trenta dell’architetto meneghino Piero Portaluppi, fu realizzata su commissione di Angelo Campiglio, di sua moglie Gigina Necchi e della cognata Nedda, esponenti della borghesia industriale lombarda, famiglia mondana ed elegante. La casa, esempio molto ben conservato che si rifà al nascente razionalismo dell’epoca, mantiene però nella distribuzione degli spazi l’impostazione tradizionale italiana, che tende a separare i vari ambienti su piani diversi in base alle loro funzioni. Nel dopoguerra la casa è stata rimaneggiata da un altro architetto, Tommaso Buzzi, che le ha conferito un aspetto più classico, meno sobrio, se vogliamo, ben distinguibile dal progetto originario.

Divenuta proprietà del FAI nel 2001 per un generoso lascito della famiglia, in mancanza di eredi la villa è entrata a far parte del circuito delle Case Museo insieme al Museo Poldi Pezzoli, alla Casa Bagatti Valsecchi e alla Casa Boschi Di Stefano, e cioè di un sistema coordinato che promuove il patrimonio artistico e culturale di Milano attraverso la conservazione di dimore ricche di storia e di arte.

La villa è aperta al pubblico solo dal 2008 e conserva inoltre alcune donazioni al FAI, in particolare, le raccolte Gian Ferrari e de’ Micheli, con opere di Balla, Boccioni, de Chirico, Carrà, de Pisis, Morandi, Sironi, Wildt, e ancora, del Canaletto e del Tiepolo.

La casa è stata costruita senza limiti di budget come una villa urbana unifamiliare circondata da un giardino con piscina riscaldata e campo da tennis, ancora oggi esistenti e in ottimo stato. Se capiterete qui in una bella giornata di sole, potreste sentire il richiamo dell’acqua e ritrovarvi seduti a bordo piscina, a occhi chiusi, ad ascoltare il silenzio. L’entrata al giardino infatti è libera, lo si può girare senza fretta, ci si può rimanere anche a lungo a fare due chiacchiere, e se poi si decide di visitare gli interni della casa, basta tornare all’ingresso, fare il biglietto e aspettare che la visita in corso finisca, durerà circa un’ora. Al suo termine o mentre aspettate il vostro turno, se avete voglia di rimanere in giardino ancora per un un po’, dietro alla piscina  e di fianco al campo da tennis trovate una caffetteria dove fare colazione, uno spuntino o pranzare, prima di tornare nel rumore del centro di Milano.

Se non conoscevate la villa, ma avete a questo punto una sensazione di dejavù, forse è dovuto al fatto che avete visto Io sono l’amore, film di Luca Guadagnino, uscito nel 2009, che usa Villa Necchi Campiglio per ambientare la storia della famiglia Recchi e la vita dei suo membri, industriali lombardi, divisi fra le loro origini borghesi, i doveri, l’ambizione e la ricerca di una felicità fatta di amore.

Vi lascio alle foto degli esterni, quelle scattate in estate e questo autunno, con i loro colori così diversi e la luce che da forte e calda si fa dorata e romantica.

Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14 
Tel. 02 76340121 – Fax 02 76395526
E-mail: fainecchi@fondoambiente.it
Visite guidate da mercoledì a domenica ore: 10-18 tutto l’anno
Martedì si accettano solo gruppi e scolaresche su prenotazione
Ultimo ingresso quarantacinque minuti prima della chiusura
Biglietto: 8€ oppure 11€ per poter scattare foto negli interni (nb: foto NON pubblicabili)
Come arrivare: MM1 Palestro: 5 minuti a piedi, MM1 San Babila: 10 muniti a piedi, MM3 Montenapoleone: 15 minuti a piedi, Autobus n° 54 – 61 – 94: fermata San Damiano – Monforte
Info Caffetteria
Mappa

12 commenti su “Villa Necchi Campiglio

  1. Geneviève à Paris
    30 novembre 2012

    Un’oasi di pace meravigliosa! Le tue foto poi, che colori!
    Stupendi anche gli interni… ma per vederli allora bisogna proprio andarci!

  2. lovelymilano
    30 novembre 2012

    Lasciamo perdere il capitolo interni.. Sono bellissimi, peccato davvero non averli potuti mostrare. Consigliatissima una visita!

  3. giuseppeb
    6 dicembre 2012

    In qualche modo amo molto Milano e quindi il tuo blog mi piace molto perché cerca una Milano meno mondana dove sono le cose migliori.
    E bel post! Posso fare “reblog”?

    • lovelymilano
      6 dicembre 2012

      Ciao Giuseppe, ti ringrazio tanto per le tue parole. Il blog vuole proprio mostrare la parte bella di una città poco amata e soprattutto poco capita. Un saluto!
      ps: certo che puoi fare “reblog” 🙂

  4. giuseppeb
    6 dicembre 2012

    Reblogged this on ripullulailfrangente and commented:
    Amo in modo intermittente Milano, soprattutto quella più nascosta, che cela i suoi tesori più pregiati lontano dal suo aspetto mondano. Per questo motivo replico il seguente post di un blog che rivela un’altra Milano.

  5. Maurizio Vagnozzi
    6 dicembre 2012

    bel blog, complimenti: ti ho conosciuta attraverso il re-blog di Giuseppe e ti aggiungo alle mie letture. Tra l’altro sto pensando di organizzare un gruppo di appassionati che giri Milano a piedi, fotografando le bellezze di questa città e le tue info mi saranno utilissime.

    • lovelymilano
      6 dicembre 2012

      Ciao Maurizio, grazie. Fammi sapere per favore quando farai due passi per Milano! Ho dato un’occhiata al tuo blog e.. accidenti quanto viaggi.
      Un saluto!

      • Maurizio Vagnozzi
        8 dicembre 2012

        Si, viaggio veramente tanto: torno a Milano il 14: caffè nel weekend?

  6. Paolo Basso Ricci
    9 gennaio 2013

    sono, ahimè, in ritardo con lettura dei tuoi post ma ti prometto che sto recuperando! 🙂

    Grazie per questo post. Questa è la Milano che amo, questa è quella alla quale penso quando ho voglia di tornare, questa è quella che vorrei far conoscere ai miei bimbi.

  7. lovelymilano
    9 gennaio 2013

    Sono pochi i posti così speciali, quelli che ti rendono orgogliosa della tua città e che vorresti far conoscere a tutti. Ho in serbo il secondo dei miei posti preferiti, che non so se hai mai visitato, ma di cui spero di poter scrivere a breve. Vedrai che amerai anche la Milano che questo rappresenta, non vedrai l’ora di poterci portare i bimbi e ci vorrai tornare ancora e ancora per avere più tempo per guardati in giro.
    Mi saprai dire.. 🙂

  8. Pingback: Cartolina n°40 « l o v e l y ♥ m i l a n o

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