Alla fine di via Bergognone, in quella porzione cieca fra la piccola rotonda e il muro della ferrovia, dove si narra molti milanesi abbiano iniziato il loro percorso di apprendimento nella difficile arte di guidare la macchina, nel lontano 2000 Giorgio Armani ha deciso di trasferire la sede centrale della sua attività da via Borgonuovo 21 nello stabilimento dismesso della Nestlè, a due passi da Porta Genova. Dietro a una facciata anonima e a un grande portone vetrato, è rinato uno spazio oggi fatto di cemento, luce e acqua. Del tutto inaccessibile a chi non lavora nel mondo della moda, si anima di gente durante le sfilate milanesi, affollato da ospiti, buyer, fotografi, giornalisti e blogger. Fino a qualche anno fa lo ricordavo aperto per il Fuorisalone, principalmente per l’esposizione delle collezioni Armani/Casa, poi l’ingresso è stato limitato ai soli invitati e da qualche anno non mi viene in mente nessun commento al riguardo, così da farmi immaginare che sia rimasto chiuso del tutto.
Quest’anno Re Giorgio ci ha accolti nuovamente nel suo Teatro, direi con mia somma gioia, vista la silenziosa bellezza di questo spazio minimalista e il gusto rigoroso della linea di arredi. L’architetto giapponese Tadao Ando ha pensato di creare un lungo percorso leggermente in salita, scandito ritmicamente da una fila centrale di colonne a base quadrata a cui manca la parte finale, che proiettano così piccole luci circolari sul soffitto. Nella penombra risaltano dapprima un lucernario che dall’ingresso ci lascia abituare pian piano al buio, poi le due fasce luminose che accompagnano i lati lunghi della rampa, e infine, un’apertura bassa, una vetrata che permette di guardare fuori verso una corte che si specchia in una lunga lastra d’acqua. Alla fine della rampa, il foyer si apre come un ventaglio inclinato sul fianco sinistro, che abbraccia e convoglia gli ospiti all’interno del vero e proprio Teatro, un monumentale volume squadrato. Prima di entrare, però, torna protagonista la luce, che mette in risalto l’inclinazione della parete e le dimensioni ciclopiche delle colonne, il tutto in un rilassante color grigio di fondo, interrotto solamente dal lungo bancone in vetro, nei toni del rosa e dell’azzurro, i colori del cielo.
Purtroppo la collezione Armani/Casa non poteva essere fotografata, ma potete comunque cercarla sul sito della maison, la trovate qui.
Belle foto!!!
Uno spazio suggestivo… per pochi purtroppo!
Grazie! Sì, gran bel posto, grande architetto.
bel servizio da provare, complimenti per il blog 😉 Continuo a seguirvi, aspetto con ansia nuovi aggiornamenti!!
Grazie, spero di riuscire a scrivere nei prossimi giorni 🙂