Quante volte siete passati vicino al Portello per entrare in autostrada e andare al lago? Quanti di voi sono pendolari e lo vedono invece entrando a Milano, una porta urbana che vi avvisa di essere arrivati in città? E quante volte siete saliti sul cavalcavia Serra per ridiscendere verso viale Jenner o la Bovisa, o avete deviato dirigendovi verso il QT8, il Gallaratese e San Siro?
In un’area disomogenea ancora in pieno fermento, sembra che i lavori non terminino mai e noi impazienti vorremmo vedere il progetto senza più dovercelo immaginare: parlo di un masterplan di oltre 260.000 mq curato dallo Studio Valle, che combina residenza, terziario, commercio e verde.
Certo, se non si vive in zona è difficile che si arrivi fin qui a fare una passeggiata, eppure quella che molti milanesi snobbano oggi fa parte della storia di Milano e dell’industria automobilistica italiana. L’A.L.F.A (Anonima Lombarda Fabbrica Automobili) fondata nel 1910 e divenuta Alfa Romeo nel 1915, si insedia in questo quartiere e resiste nel tempo fino a pochi decenni fa: convertita in fabbrica bellica durante la Grande Guerra, stabilimento per la costruzione di auto da corsa e di motori aeronautici durante il fascismo, viene bombardata e successivamente ricostruita per tornare subito alla produzione. Nel dopoguerra lavorano qui migliaia di persone, non per niente il Portello per anni è stato sinonimo di Alfa Romeo. Questo successo continua a crescere tanto che a fine anni ’50 l’azienda decide di acquistare terreni fuori città per sostituire lo stabilimento di Milano, divenuto insufficiente a soddisfare la richiesta del mercato dell’auto. Le attività produttive nei decenni successivi si spostano principalmente ad Arese e questo decreta la morte del quartiere e la fine della presenza storica dell’Alfa a Milano. È il 1986 quando l’ultimo dipendente del Portello lascia lo stabilimento oramai totalmente dismesso. La Fiat, nuova proprietaria dell’Alfa Romeo, cede il terreno al Comune e dal 2001 si pensa alla riqualificazione di questa zona, lontana eppur vicina al centro.
Bellissime, a mio parere, le residenze progettate da Cino Zucchi, sette edifici di cui cinque in edilizia convenzionata (torri e pettine), due in edilizia libera e un complesso di uffici che ha recuperato la facciata della ex mensa dell’Alfa Romeo di via Traiano.
Il centro commerciale di Piazza Portello, progettato dallo Studio Valle, attira e intrattiene un gran numero di abitanti della zona: il sabato in cui sono passata era pieno di famiglie che passeggiavano nello spiazzo pedonale, forse in attesa di fare la spesa, forse tanto per fare due passi. Per quanto non ami i centri commerciali, questo ha il pregio di avere una piazza aperta in cui si vede il cielo e si sente il vento sulla pelle, nulla ha di estraniante e impersonale, e sotto la vela alta 14 metri, clienti, passanti e abitanti si godono un relativo silenzio grazie alla presenza del parco, che fa da cuscinetto e mitiga il rumore del traffico.
Per arrivare qui ho preso il tram 14 in centro e sono scesa alla fermata appena dopo la sopraelevata, per poter entrare nella piazza commerciale, fare un giro fra le residenze e incamminarmi verso l’ingresso al parco e il nuovo ponte ciclopedonale: entrambi chiusi e off limits. Per entrare ho dovuto fare il giro e percorrere viale Renato Serra mentre le auto mi sfrecciavano accanto. Non è stato un gran benvenuto, ma dal momento che il parco è aperto ma non concluso e che il ponte termina in un cantiere al di là del cavalcavia, immagino che per il momento certi accessi debbano rimanere chiusi, in sicurezza.
Gli spazi e le distanze qui sono talmente grandi che ci si dimentica di essere di fatto dietro alla vecchia Fiera e a quello che sta diventando il nuovo polo di CityLife. Per rendersene conto basta entrare nel parco e salire sulla collina: fra gli edifici direzionali di Vittoria Assicurazioni nascerà la piazza più grande di Milano, con accanto il complesso abitativo progettato dell’architetto Guido Canali, tra via Traiano e via Gattamelata.
Tornando al parco, mi è piaciuto l’ingresso che con una scalinata ti costringe a cambiare prospettiva. Lo spazio verde è una grande scultura morbida e curva, in cui la geometria non è solo forma, ma definisce bene le diverse visuali e sensazioni che si provano girando il parco in tutti i suoi dislivelli.
La spirale, credo omaggio al vicino Monte Stella, è stata la prima meta della mia passeggiata. Ha due punti di risalita, il che vuol dire che potrete incontrare solo in cima chi ha preso l’altro ingresso. Mi ha molto divertito veder scendere cani e biciclette che però non ho mai incrociato sul mio sentiero. Raggiunto il piccolo belvedere troverete una scultura rappresentante il DNA, immersa in una fontana e, se non ricordo male, in compagnia di una vedovella! Da qui si vede tutto il cantiere, e oltre.
Una volta scesa mi sono spostata verso il laghetto, circondato da una lunghissima panchina ininterrotta, che lo abbraccia rimanendo ai piedi della collina a spicchio. Il progetto dell’architetto inglese Charles Jencks, in collaborazione con lo studio Land, di Andreas Kipar, ha creato un’oasi che ti protegge dal rumore e che fa entrare l’esterno solo a piccole dosi e solo nel caso degli edifici più alti, che evidentemente non resistono alla tentazione di specchiarsi nel lago.
Vi consiglio di proseguire il giro nel giardino lineare che troverete a un livello inferiore, di fronte all’Istituto Palazzolo, una volta imboccata una rampa nell’area gioco per i bambini. Questo percorso fiorito diventa una passeggiata concettuale che scandisce il ritmo del tempo. Difficile spiegarlo, dovete vederlo. Sebbene non sia di facile lettura, rimane uno spazio molto tranquillo, dalle dimensioni più intime, in confronto alla scala monumentale del resto del parco.
Il parco, una volta terminato, si estenderà per 80.000mq, contro i 63.000 inaugurati finora, comprendendo anche un piccolo bosco e un’area sportiva. Non vedo l’ora, pur abitando in tutt’altra parte: questo rimane il cuore del progetto, il solo capace di attrarre veramente a sé la città.
Sono secoli che non passo da quelle parti, che trasformazione! Splendide, al solito, le foto.
Ciao Maurizio, grazie mille! Rimarrai stupito dal cambiamento di questa enorme area, dal vivo è impressionante.
ps: alcune delle foto le ho scattate con il telefono 😀
Macché!! Troppo lungo il post… Lo leggo piú tardi.Bellissime le foto, come al sólito!! Grazie signorina lovelymilano!!
Ahahaha, hai ragione, è lunghissimo, ma avevo molte cose da dire! 😉 Grazie Miguelito!!
Prima di tutto complimenti per le immagini!
a mio avviso questo è un parco davvero molto bello e interessante, ancora da sviluppare, sarà davvero completo solo quando l’intero masterplan dell’area si concretizzerà.
http://arkitalker.wordpress.com/2013/10/04/parco-portello-unoasi-verde-alle-porte-di-milano/
http://arkitalker.wordpress.com/2013/09/12/un-nuovo-quartiere-rinasce/
Ciao Arkitalker,
grazie! Il parco è molto bello e penso sarà un piacere arrivarci pazientemente a piedi o con la M5, una volta completati i lavori.
Non conoscevo il tuo blog e, visto i temi che tratti, lo seguirò molto volentieri!
Non è vero che il post è troppo lungo!!!
Interessantissimo e comunque… bisognerà tornarci!
Grazie G,
mia lettrice accanita 😉 Sempre pronta a tornarci, speriamo in un’intera giornata di sole, l’ultima volta la foschia grigiognola non ha aiutato le foto 😦