Anche quest’anno il Fai ha offerto un weekend di bellezza tutta italiana e, ancora una volta, ha confermato quanto la cultura artistica, architettonica e storica interessi non solo i turisti ma tutti noi. Le file lunghissime che ci hanno costretto ad aspettare il nostro turno d’ingresso parlano da sole e fanno ben sperare soprattutto per i gioielli milanesi fino ad ora rimasti non tanto sconosciuti quanto off limits. Uno di questi era l’Albergo Diurno Metropolitano di Porta Venezia.
Tralascio le note storiche non per pigrizia ma perché vorrei che, prima di tutto, chi non ha avuto la possibilità di vederlo, si potesse fare un’idea del suo stato, un insieme di fascino fané e di tragico abbandono. Qui andiamo al di là di una ripulita, avrebbe bisogno di grossi lavori di restauro per poter tornare non solo utopisticamente in funzione, ma anche solo agibile ai visitatori. Sono sicura che l’apertura, ancorché temporanea, di uno spazio così unico nel suo genere non potrà essere dimenticata facilmente. Vi chiedo allora di contribuire in questo senso alla diffusione di questo messaggio: parliamone, diciamolo a tutti, facciamo in modo che il passaparola faccia rivivere il Diurno e che gli dia la chance di essere sotto i riflettori ben oltre il passato weekend, e che questa possibilità sia arrivata sì tardi ma non invano.
E ora, ecco il Diurno..
L’ingresso dalle scale della Metropolitana. Parte del Diurno è stata sacrificata proprio per questa infrastruttura, che ne ha cancellato anche la pensilina d’ingresso con ottusa violenza.
Uno dei lucernari sotto la piazza. Un tempo formati da vetrate colorate, sono stati sostituiti in seguito da vetrocemento (qui ancora visibile) e poi, per via delle infiltrazioni, sono stati sepolti sotto l’asfalto della piazza. Appena entrati si sente un fortissimo odore di muffa e di stantìo dovuto proprio all’umidità formatasi in seguito alle infiltrazioni.
La cassa con il tabellone dei servizi offerti: parrucchiere per signora, barbiere, manicure, pedicure, bagni e docce, ma anche deposito bagagli, servizio dattilografia, casellario postale, deposito bagagli, telefono, agenzia di viaggio, vendita di articoli di abbigliamento, noleggio oggetti per uso personale e sportello bancario.
Non è in perfetto stile Prada? L’idea di un salone di bellezza rinato grazie a un marchio della moda tutto milanese, non mi dispiacerebbe affatto..
La visuale dai gradini che portano alle Terme (bagni e docce), verso l’ingresso. Sulla destra, sempre la troupe della Rai che intervista Anna Gastel, Vicepresidente del Fai.
Pavimento in mosaico nell’area dedicata ai bagni. I colori sono gli stessi che si trovano all’ingresso.
Una delle toilettes con lavabo, specchio, wc e bidet. In altre stanze si trovano delle docce e delle vasche da bagno.
Un dettaglio di uno dei bagni. Le semplici piastrelle bianche vengono ingentilite da una bicocca greca bicolore.
Quella che doveva essere una luce per segnalare se una cabina fosse libera o meno. Ogni stanza era numerata. Questa era la n° 17..
Un’altra sala da bagno. Tornano il bianco il giallo e il nero, ma qui il degrado rende meno visibile il delicato tono di pittura gialla sopra alla vasca.
L’uscita dà verso una piccola vasca con fontana (non funzionante). Si trova sotto alla pensilina sopravvissuta, anche se decisamente malconcia, che vediamo ancora oggi in Piazza Oberdan.
ps: le foto sono state fatte con l’iPhone, in un formato quadrato che di solito uso per Instagram.. Tra poco però dovrei riuscire a tornare a fotografare in modo più tradizionale con una nuova macchina!
Vi lascio con un bellissimo video realizzato nel 1994 dagli studenti del secondo anno del Centro di Formazione Professionale per la tecnica cinetelevisiva: Maria Arena, Andrea Beltrame, Fabrizio Fanelli, Daniele Lago, Eva Piccoli, Simona Pezzano con la partecipazione di Carmelo Aiello (parrucchiere per uomo) e del sig. Vitale Imbrò (parrucchiere per signora).
Un vero peccato vederlo così.
Sì, proprio per questo ti chiedo di far girare il più possibile! Facciamo vedere com’è e contribuiamo alla sua rinascita 😉
Io ho voluto vederlo ora perché, pur necessario e urgente il recupero, lo stato di abbandono dona a questo luogo un fascino cinematografico, surreale, immaginifico.
È vero. Nonostante il suo stato, chiunque l’abbia visto ne è rimasto affascinato. Le due ore abbondanti di attesa sono state ripagate in pieno, per quanto mi riguarda. Rimane però non agibile, e questo è davvero un peccato. Non è una questione estetica, per me è stato buttato via un tesoro che non è proprietà di chi ha il potere di decidere per lui, ma è un bene pubblico, di tutti, e sarebbe dovuto essere tutelato.
Di certo è necessario un recupero, sono d’accordo con te. Lo stato di abbandono e di chiusura continuativa possono solo peggiorare le già difficili condizioni di conservazione di un luogo affascinante e singolare. La tua idea di legarlo al mondo della moda è suggestiva, direi anche praticabile per trovare dei fondi… 😉
Pensavo a Prada perché credo si abbini bene, in modo quasi naturale, a quello che era il Diurno e a quello che ne è rimasto. Oltretutto, si tratterebbe di una griffe milanese e per me sarebbe un valore aggiunto. Non riesco immaginare chi, altrimenti, se non un colosso della moda (o il Fai..), potrebbe accollarsi dei costi elevati per restauro e conservazione, di sicuro non il Comune. Sarebbe bello se si mantenesse la sua funzione, anche se non più di bagno e ristoro per i viaggiatori della stazione Centrale, ma comunque di benessere e bellezza. Milano magari non sfodererà sempre il suo fascino, ma i milanesi sono vanitosi 😉
Immagino pareti piene di boccette di profumo, specchi e fiori, barbieri, parrucchieri, estetiste, smalti in bella mostra, bagno turco, vasche d’acqua calda e fredda, e sale massaggi, tutto con l’impostazione del Diurno che fù, e con le parti nuove ispirate al liberty dell’epoca. Che ne dici?
L’immaginazione è fervida e calzante e invitante. Assumo, per un attimo, le vesti del bastian contrario: tu (persona amante del lusso esclusivo) andresti a coccolarti e rilassarti in un luogo tanto chic e modaiolo che si trova, però, sotto terra, lungo il percorso di una metropolitana, in un contorno sporco e trascurato?
Che brutta immagine quella di una persona talmente snob da non essere invogliata a scendere al Diurno! Per questi esemplari l’unico modo di esserne attratti è farlo diventare una moda, così che si credano così alternativi e pionieri di un genere unico, da volerci andare per postare una foto sul loro profilo (con tanto di metaforico gesto dell’ombrello).
Per le persone normali forse ingenuamente penso sarebbe un piacere farsi fare la piega in un posto del genere, purché non sia a un costo proibitivo. Un piccolo lusso ogni tanto. In ogni caso, il Diurno era sì bello, ma si rivolgeva a dei viaggiatori, non era una spa esclusiva..
Certo, se il Fai riuscisse a trovare un accordo col Comune sarebbe ovviamente la soluzione ideale, ma volevo aprire un secondo possibile orizzonte.
Fai bene a fare il bastian contrario, o meglio, a chiederti se davvero potrebbe funzionare. I miei erano sogni, un’idea, nessun piano concreto e, per un posto come questo, ovviamente non bastano. 😉
Che meraviglia! E che piangere… speriamo davvero si faccia prestissimo qualcosa per ridargli tutto il suo splendore!
Penso proprio di sì, prima di tutto perché dopo anni di oblio il Fai è riuscito eroicamente a riaprirlo, anche se per un paio di giorni, e poi perché avresti dovuto vedere la fila interminabile di persone che volevano vederlo. Mi sembra un’ottima cosa, no? La gente è davvero curiosa e credo che abbia dimostrato il suo affetto alla città 🙂
Ciao Francesca,
ho letto con molto piacere la citazione su Repubblica.
Complimenti!
Giuseppe
Oh Giuseppe, grazie mille, che carino che sei!!
Bellissima Milano! Con l’EXPO questa città è stata riqualificata benissimo e finalmente posso dire con orgoglio di essere milanese! Oggi ho anche letto un bel reportage con foto veramente belle della mia bella città!
http://www.danieladelli.com/ode-a-milano-culla-di-poeti-navigatori-e-fashion-addicts
Ciao Giulia, vorrei condividere tutto il tuo entusiasmo, ma a onor del vero non ho notato una riqualificazione generale. Bellissimo è il restauro della Galleria, questo sì, e la voglia di fare ( a cui non eravamo più abituati), ma Milano deve fare ancora tanta strada! In ogni caso ne sono sempre orgogliosa, so quanto sia speciale 🙂
Ciao!!