L’Orto Botanico di Brera è il tipico esempio di come i milanesi vivono la città. Piccola perla verde circondata da palazzi del centro storico, pur trovandosi all’interno di una delle istituzioni più conosciute, frequentate e apprezzate, – il palazzo è sede di istituzioni culturali quali la Pinacoteca, l’Accademia di Belle Arti, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’Osservatorio Astronomico, l’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, insieme al Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera – non è così noto come si sarebbe portati a pensare. Certo, il fatto di dover attraversare cortile e corridoi fra studenti e sperduti turisti, o di dover indovinare gli altri due ingressi, quasi top secret, non aiuta ad attrarre visitatori. La rivincita però arriva una volta che ci si ritrova nel silenzio immerso di sole e di piante. Stupore.
Ora, se dico “perla”, è anche per le sue dimensioni piuttosto ridotte (appena 5.000mq), ma è soprattutto per la boccata d’ossigeno e di piacere che regala a chi lo scopre. Nella bella stagione, l’edera si arrampica sul Palazzo Brera, forse cercando di raggiungere il suo telescopio, o ancor più in sù, le stelle (chissà). Il glicine incornicia finestre e balconcini, i fiori sbocciano a turno nelle aiuole, fra le aiuole, sugli alberi e fra i capelli di giovani romantici. Nelle vasche settecentesche l’acqua rinfresca anche solo col suo suono e mi pare di vedere minuscoli pesci rossi nell’acqua scura, mentre gli uccellini cinguettano e i piccioni pranzano con i semi appena piantati. Voi penserete: “Poveri milanesi, si emozionano per così poco!”. Sarà, ma se vi racconto la storia di questo posto, scommettiamo che vi darà l’occasione per venire a scoprire che forse Milano non è così brutta, così grigia, così triste e vuota come oramai leggenda vuole?
Dopo lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti (1773), questo giardino, grazie al volere dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, nel 1774 diventò un’istituzione con finalità didattico-scientifiche dedicata agli studenti di medicina e farmacia, dove la coltivazione di piante officinali serviva inoltre da vivaio per il rifornimento della “Spezieria” di Brera, una sorta di farmacia dell’epoca destinata all’uso pubblico di medicinali. Dapprima interna a Palazzo Brera, in un cortile di via Fiori Oscuri, e successivamente trasferitasi dall’altra parte della strada, fu legata anche a un nome celebre dell’industria farmaceutica italiana, Carlo Erba, che nel 1837 la prese in gestione. Ancora oggi ne rimane testimonianza e si chiama Antica Farmacia di Brera, che noterete anche per il particolare ingresso, passeggiando per la via.
Nel Palazzo di Brera avevano sede le Scuole palatine, ossia il Ginnasio di Brera, rimodernate e potenziate grazie al dominio asburgico con la chiamata di nuovi e celebri docenti (tra i quali ricordiamo Beccaria e Parini). In questo contesto, il progetto dell’orto fu affidato a Padre Fulgenzio Vitman, già docente di Botanica all’Università di Pavia, che si avvalse in parte dell’aiuto dell’architetto Piermarini per ripensare completamente quello che era un giardino ricco di piante, forse più adatto alla meditazione che allo studio. All’abbattimento dei filari di alberi presenti, seguì la divisione dell’orto in tre grandi aree: una un destinata ad aiuole per ogni tipo di piante secondo la classificazione di Linneo, la seconda destinata ad arboreto e la terza destinata alle serre. Durante il successivo periodo francese, l’orto si aprì maggiormente alla cittadinanza introducendo nuove piante esotiche ornamentali, ma caduto Napoleone, e tornato il dominio austriaco, col tempo perse il suo valore formativo e culturale, e fu affidato a diverse istituzioni (all’Istituto Superiore di Agricoltura, diventato poi Facoltà Universitaria, nell’ambito dell’Università degli Studi di Milano), fino a essere piano piano abbandonato.
Mappa estratta dal materiale informativo fornito dal sito ufficiale dell’Orto Botanico di Brera – http://www.brera.unimi.it
Solo nel 2001 è stato restaurato con la collaborazione scientifica del Politecnico di Milano e riaperto al pubblico, mentre dal 2005 è confluito nel Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera, un museo universitario riconosciuto dalla Regione Lombardia, che ha la finalità di salvaguardare un bene storico come testimonianza del modello culturale in vigore nella seconda metà del ‘700.
Non si tratta solo di conservazione, l’Università Statale sono oltre 30 anni che mira alla diffusione delle cultura scientifica, accogliendo scolaresche e non solo, portando avanti progetti e iniziative dall’intento didattico-educativo. Lo stesso scopo è condiviso dalla Rete degli orti botanici della Lombardia, 7 orti riuniti in associazione: quelli di Bergamo, Bormio, Milano-Cascina Rosa, Pavia e Toscolano Maderno. Oggi, in questo incantevole giardino storico, convivono circa 300 specie diverse. Oltre a bellissimi fiori, come narcisi, tulipani e giacinti, che spuntano durante la fioritura primaverile entro la fine di aprile, l’orto è però celebre per la presenza di alcuni alberi speciali: un tiglio alto 40 metri, un noce americano e quello del caucaso, e due ginkgo biloba importati dalla Cina nel 1775, fra i più antichi d’Europa. Essendo un maschio e una femmina, possiamo immaginarli come i degni sovrani di un regno piccolo e segreto, romantico e decadente, che usa la loro foglia inconfondibile come logo dell’Orto. Riportano al passato le due vasche ellittiche settecentesche che raccoglievano l’acqua piovana da usare per l’irrigazione, l’ottocentesca serra progettata dal Piermarini, in seguito modificata, che oggi viene usata come aula-studio dall’Accademia di Brera, le 64 aiuole delimitate da cordoli in mattone, la cui larghezza corrispondeva alla lunghezza di un braccio disteso, così da consentire a insegnanti e studenti di indicare le piante, e infine la Specola del 1870, che serviva per gli studi dell’Osservatorio Astronomico. Si torna al presente incontrando studenti che si siedono nell’unica panchina libera, soffiandotela. Alcuni studiano, alcuni chiudono gli occhi godendosi il sole. C’è qualche curioso chi si aggira leggendo ogni cartellino, riconosce le piante, annuisce, mentre tu ti illumini nel vedere le margherite che crescono libere e rifletti su di un pollice verde totalmente assente. Mi domando se l’orto sia aperto in inverno, se raccoglierò mai una foglia gialla di ginko biloba mettendola nella Moleskine, se chi abita qui intorno si rende conto della fortuna che ha, se gli studenti si rendono conto della fortuna che hanno (altrimenti, andate al giardino spennacchiato di piazza Leonardo da Vinci, di fronte al Politecnico, e fatevi una risata).. Vi lascio alle foto, scattate ai primi di aprile, con un glicine ancora timido, ancora pochi fiori, ma tantissimo verde. Allora, non è davvero una piccola perla?
Orto Botanico di Brera via Brera 28 (ingresso attraverso il palazzo) via Fiori Oscuri 4 via Privata Fratelli Gabba 10 ingresso libero – free entrance Fino al 24/05/2015: Lunedì – Domenica, ore 10.00-22.00. Dal 25/05/2015 al 31/10/2015: Lunedì – Sabato non festivi, ore 10.00-18.00 Come raggiungerlo: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza) Tram e bus 1, 2, 3, 4, 12, 14, 27, 43, 61, 94 Email: infobrera@unimi.it tel: 02 50314680 Attività didattiche e visite guidate a cura dell’Università degli Studi di Milano Tel 02 50314696 – Fax 02 86995406 http://www.brera.unimi.it/museo/orto Attività didattiche per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado a cura del Comune di Milano Tel 02 50314698 – Fax 02 86995406
Meraviglia ❤
Ebbene, devo trovare il tempo per visitarlo!
Quel glicine (adoro ❤ )in fiore, da solo, la visita 😀
Grazie per la bella recensione!
Ciao
Sid
Ciao Sid! Riesco a passarci di rado, tra l’altro sempre in primavera, quindi la mia curiosità di vederlo almeno in autunno non è ancora stata soddisfatta, ma VA VISTO. Dobbiamo trovare il tempo. Tutti noi milanesi! 😉
Il glicine ancora non stava dando il suo meglio, ma immagino sia bellissimo una volta fiorito. Per fortuna in città se ne trovano di meravigliosi.. Godiamoci la primavera (a parte l’acquazzone che sta venendo giù proprio ora).
ps: poi raccontami della tua visita!
Io amoooo da impazzire l’Orto Botanico di brera! Il mio rifugio rifugiorium! Ci vado sempre per ricaricarmi e per ritrovare me stessa.. se ti interessa parlo del mio amore per l’Orto e per il suo splendido quartiere qui: http://www.danieladelli.com/milano-bellissima-brera/
Ciao Daniela! Ohhh, sono molto contenta di leggere nel post che qualcuno (di solito, come te, non milanese di nascita) trova bella questa città. GRAZIE, davvero.
Avere la fortuna di vivere lì vicino è impagabile. Anche avere una cantante lirica come vicina non è male 😉
Ma nulla batte il poter scendere di casa e rimanere nell’Orto per tutto il tempo che si vuole. Beata te!
… scusa, ma il commento è incompleto: manca un “vale” 😀
Ciao
Sid
Piccoli gioiellini nascosti tra i palazzi, chi lo avrebbe mai detto. Sicuramente da vedere. Ciao
Bea, non lo conoscevi? Mi stupisco tutte le volte, eppure conosco davvero poche persone che c’erano già state. Sarà per questo che è un’oasi di pace? 😉
Ciao!
Ops, non lo conoscevo!grazie del post!
Hai visto che bello? 😉
la prossima volta che vengo a Milano non mancherà una visita!
Potresti aspettare l’autunno.. Non l’ho mai visto in questa stagione, ma non potrà essere meno bello 😉