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hidden treasures & short trips around the city

Fondazione Prada: prime impressioni

Alla sede di Venezia si è aggiunta lo scorso 9 maggio 2015 l’attesissima apertura della Fondazione Prada di Milano, istituzione nata già nel 1993 presieduta da Miuccia Prada e da suo marito e AD del marchio, Patrizio Bertelli. Era da anni che se ne parlava, per cui ero a conoscenza della zona scelta, ma una volta arrivata lì, è stato come vedere un’oasi nel deserto, un faro nella notte.

Copia di DSC03055

Parliamo della periferia milanese, nella zona sud della città, appena fuori dalla circonvallazione. Raggiungibile molto facilmente con i mezzi pubblici, a poche decine di minuti dal centro, è un’area tutt’altro che risolta. Lo scalo di Porta Romana, una giungla degradata in cui passano ancora dei treni, non è esattamente l’immagine migliore della nostra città, né così si può dire di via Ripamonti. La Fondazione, e chi l’ha resa realtà, hanno il difficile compito di attirare l’attenzione, internazionale sì, ma soprattutto milanese, verso un quartiere che non ha ancora iniziato a sfruttare le potenzialità dei suoi grandi spazi. Vogliamo ipotizzare e augurarle un futuro simile a quello di zona Tortona, in cui il recupero di padiglioni industriali ha regalato una seconda vita a un quartiere altrettanto periferico?

E possiamo parlare di mecenatismo, se il marchio di moda più conosciuto al mondo decide di aprire un polo culturale in cui arte, cultura e architettura dialogano fra loro insieme alla città? Da milanese, mi pare un bellissimo regalo a noi tutti e un’occasione perché Milano si avvicini all’idea di internazionalità che noi italiani vediamo solo all’estero ma che non sappiamo riconoscere nemmeno quando ci viene costruita sotto casa. Dobbiamo leggerlo sul giornale per poterne essere orgogliosi.

Milanesi, siatene orgogliosi, soprattutto se siete architetti..

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L’ingresso della Fondazione Prada è in largo Isarco, dove rimane riconoscibile la sede di quella che fu la distilleria Sis – Società Italiana Spiriti – risalente agli anni 10 del ‘900, in cui si produceva il brandy Cavallino Rosso. Ai sette edifici preesistenti si sono aggiunte tre nuove costruzioni: uno spazio espositivo chiamato Podium, il Cinema e la Torre (i cui lavori non si sono ancora conclusi), per un totale di quasi 19.000 mq di superficie complessiva.

Lo studio di architettura OMA, guidato da Rem Koolhaas ha progettato uno spazio complesso, armoniosamente disomogeneo, non senza qualche colpo di scena. Non si è limitato a recuperare i vecchi spazi industriali, ma gli ha contrapposto dei volumi nuovi, relativamente semplici nella forma, che gli si oppongono completandoli, pur rimanendone distinti. Non c’è una prevalenza del nuovo sul vecchio, o viceversa, è come se si incastrassero nello spazio oltre che nel tempo, in un dialogo e in un confronto reciproco fatto di pacifici contrasti, che si estende agli interni e alle opere d’arte in essi ospitati.

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La star, la presenza più chiacchierata e più fotografata, sembra essere la torre ricoperta di foglia d’oro a 24 carati, la Haunted House, preziosa e scintillante nello sfondo grigio e dai toni neutri che la circonda. Simboleggia la ricchezza di una zona poco conosciuta di Milano, l’oro l’ha resa evidente a tutti. Un invito forse a non sottovalutare ciò che si ha e un paradosso che trasforma in ricchezza ciò che era considerato povero.

Quello che però mi ha più colpito è stata la scelta di creare una serie di spazi aperti molto piacevoli, che non solo lasciano respirare gli edifici, ma che danno la possibilità ai visitatori di godersi un cortile, seduti tranquilli fra la visita di un padiglione e l’altro. Lo spazio all’aperto mi è piaciuto talmente tanto, che ho deciso che la mia prima volta alla Fondazione Prada sarebbe stata solo all’esterno, per prendere confidenza con una nuova presenza in città.

Non sono entrata in nessun edificio, se non nell’adorabile Bar Luce, per un pranzo a base di panini. Ho girato libera per un paio d’ore, gratis e felice di fare delle foto ricordo, soffermandomi anche sui dettagli (stranissima la schiuma d’alluminio usata per il Podium, bellissimi i cubetti di legno usati per parte della pavimentazione esterna, i sottili neon usati come insegne, eleganti perché semplici), in una giornata che prometteva pioggia e che invece mi ha regalato un cielo e una luce che mi sono piaciuti molto.

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Tornerò per un nuovo post, anzi due, per parlarvi delle sale espositive e delle opere della collezione (peccato che si sia conclusa una bella mostra sul tema delle copie nell’arte classica), e per fare una colazione al Bar, senza paura di disturbare i tanti visitatori.

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Vi lascio con una serie di articoli che riguardano il futuro del vicino scalo ferroviario di Porta Romana, nella speranza che la politica non veda ogni investimento come sola fonte di profitto, ma come un’occasione per rendere migliore la qualità della vita dei propri concittadini, unica chance a lungo termine di attrarre nuovi residenti. In altre parole: per favore, più verde, più servizi utili, meno futuri edifici vuoti..

Leggete qui, qui e qui.

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FONDAZIONE PRADA

Largo Isarco 2

20139 Milano

COME ARRIVARE

M3 fermata Lodi T.I.B.B + Bus linea 79 – fermata Largo Isarco/ via Brembo

BUS 90/91 + Tram 24 – fermata via Ripamonti /via Lorenzini

Parcheggio gratuito per auto e bici disponibile in Largo Isarco 1

BIGLIETTI

Intero – 10 €

Ridotto – 8 €

ORARI

Tutti i giorni, dalle 10 alle 21

La biglietteria chiude alle 20

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9 commenti su “Fondazione Prada: prime impressioni

  1. sidilbradipo1
    27 agosto 2015

    Devo assolutamente visitare la Fondazione. Ciò che apprezzo di più, dall’esterno, è che si sia cercato, per quanto possibile, di mantenere intatta l’originale architettura industriale del complesso.
    Ciao
    Sid

    • lovelymilano
      27 agosto 2015

      Sì, a parte con la lamina d’oro.. 😛
      A me la vecchia struttura è piaciuta molto (ma anche quella nuova), spero faccia lo stesso effetto anche a te!

  2. Maurizio Vagnozzi
    28 agosto 2015

    Devo visitarla appena torno a Milano: gran belle immagini!

    • lovelymilano
      28 agosto 2015

      Ciao Maurizio, grazie mille! Se entri anche per vedere la collezione permanente, fammi sapere cosa ne pensi. L’arte contemporanea per me rimane un po’ difficile da decifrare.. Però i posto è molto interessante e il bar è un confettino anni ’50 con fòrmica, flipper e jukebox 😉

  3. londarmonica
    2 settembre 2015

    Non ci sono ancora stata, ma tutti quelli che l’hanno visitata ne sono entusiasti. Ora toccherà anche a me! 😃

    • lovelymilano
      2 settembre 2015

      Pensa che ho appena ricevuto un messaggio che la definisce “campo di concentramento”. Proprio a tutti non pare piacere 😉 Mi fai sapere poi cosa ne pensi, una volta visitata?
      Ciao, buon divertimento!

      • londarmonica
        2 settembre 2015

        Andrò senza aspettative, almeno me lo auguro, così l’impressione sarà più veritiera. Buona giornata

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