A differenza di Corso Buenos Aires, le vie limitrofe sono un labirinto piuttosto silenzioso immerso nell’ombra dei palazzi, che ha il sapore di paese e un’aria a tratti provata, a tratti gloriosa. Ero venuta da queste parti sabato per pranzare con un’amica in una trattoria che, con grande delusione, abbiamo trovato chiusa e, mentre ci facevamo venire qualche idea sul piano B, abbiamo continuato a camminare in direzione Porta Venezia. Sul lato sinistro della strada c’era una libreria dall’aspetto familiare, semplice e bellissima. L’insegna dice Libreria Tadino, ma i gestori ci tengono a farci sapere che il vero nome è Libreria Popolare di Via Tadino. Gli spazi all’interno sono tre: uno su fronte strada e due sul retro, uno dei quali è dedicato alla letteratura per ragazzi e all’angolo ufficio, in una saletta a parte. Avete presente le vecchie biblioteche, quelle così stracolme di libri, che ti fanno venire voglia di tornare a casa e di fare un inventario di cosa manca all’appello? Questa libreria è un gioiellino senza tempo, con i suoi scaffali in legno chiaro, vecchi pavimenti, vecchi infissi, centinaia di titoli. Nata nel 1974, è diventata un punto di riferimento per la città e, mantenendo il suo spirito indipendente, continua a promuovere incontri, organizzare presentazioni, vendere e ordinare classici e contemporanei, narrativa al femminile, raccolte di poesia, testi specializzati sulla cultura del Terzo Mondo, religione, politica del lavoro, saggistica, letteratura per l’infanzia e libri di piccole case editrici di qualità. Ospita inoltre diverse associazioni fra cui l’Associazione Fiorella Ghilardotti, l’Associazione Annaviva e l’Associazione Cento Autori.
Per chi volesse andarci e sostenerla:
Libreria Popolare di via Tadino via Tadino 18 (MM Porta Venezia – MM Lima) te. 02 29 51 32 68 info@libreriapopolare.it https://www.facebook.com/libreria.popolareviatadino
Una bellissima atmosfera.
Purtroppo di posti così se ne trovano sempre meno e non solo a Milano!
Incredibile la quantità di libri e molto gentili i titolari, il che non guasta mai!
sì, è uno di quei rari posti in cui si sta bene, anche se non li si conosceva prima 🙂
Pingback: Meringhe ironiche a Milano | Barbara Fiorio
Ah, se riesco vengo anch’io a lanciare meringhe a un castello! 😉
Un ambiente culturale fascinoso ,esteticamente godibile la componente empatica sussiste ancora, mi rammenta una Milano immortalata da Vittorini ,Gadda, Montale Quasimodo ,e dal gruppo 63′ tipico una cultura letteraria dove ,come avrebbe affermato il grande Italo Calvino , il tempo narratologico del romanzo sussiste ancora:” OLTRE A QUELLA PUR NOSTRA SCIATTA E SVAGATA ESISTENZA”.
Per fortuna esistono ancora librerie come questa!